Dall’Unione Europea un nuovo colpo all’Olio Extravergine di Oliva

Masiello della Coldiretti afferma che è un errore togliere la scadenza dalle etichette

La notizia sull’etichetta dell‘Olio Extravergine di Oliva arriva successivamente ad un altro fatto increscioso che rappresenta davvero un brutto segnale dall’Europa, quello del latte in polvere per i formaggi, vi fu anche la vicenda del San Marzano taroccato in Belgio e oggi si scopre che la scadenza sull’etichetta dell’extravergine rischia di essere eliminata. Ricorda Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania e vicepresidente nazionale la vicenda legata ad un simbolo della tradizione culinaria mediterranea e boccia anche l’esito delle votazioni della Commissione politiche dell’Unione Europea del Senato che ha preso in esame la Legge europea 2015 volta a modificare l’articolo 7 della legge n. 9 del 2013. Il cambiamento della legge in questione si rivolge specificatamente al termine minimo di conservazione non superiore ai diciotto mesi per l’olio di oliva. L’olio di Oliva con il tempo modifica le sue caratteristiche e ciò è dimostrato da diversi studi scientifici e quindi più che tutelare e salvaguardare il consumatore questa norma si preoccupa – a detta di Coldiretti – di smaltire di fatto l’olio vecchio.

Masiello aggiunge:

masiello coldirettiEliminare l’età dell’olio in bottiglia rende possibile lo smaltimento di olio vecchio di magazzino in un contesto già segnato da una scarsa trasparenza nell’etichettatura. In questo modo sugli scaffali potrebbe finire olio proveniente da chissà dove e di pessima qualità, generando un doppio danno. I consumatori di fatto verrebbero ingannati e danneggiati ed i produttori italiani – dal canto loro – sarebbero esposti ad una concorrenza ancora più sleale. Parlando della sua terra – la Campania – Masiello sostiene e non a torto che questa scelta operata dall’Europa va a collocarsi come una tempesta dai danni incalcolabili sia per lo sviluppo del territorio sia per l’agricoltura. La Campania ha infatti cinque marchi Dop e una forte crescita del Biologico che ora faranno decisi passi indietro a causa di una legge scellerata. Esiste un premio regionale nella Regione Campania denominato ExtraBio che quest’anno ha visto la partecipazione di molti produttori ed è proprio la Coldiretti ad assegnare il premio alla migliore etichetta e questa grande partecipazione confermava una spinta verso il Biologico per l’appunto che adesso sicuramente verrà scoraggiata da questa legge. Vanno calcolati anche altri fattori rispetto a questa tematica, quelli relativi alla trasparenza e alla completezza delle informazioni che devono giungere al consumatore per Coldiretti questa è il cuore della battaglia perché giustamente una scelta consapevole è la chiave di volta per un giusto e sano sistema agroalimentare. Restando legati al territorio della Campania Salvatore Loffreda – direttore della Coldiretti per questa regione – aggiunge a questo discorso un ulteriore informazione, quella relativa al fatto che questa terra ha un eccellente comparto olivicolo che si piazza ai primi posti sul piano Nazionale per le regioni produttrici. Anche i numeri parlano chiaro in tal senso:

  1. Superficie coltivata: 74.000 ettari
  2. 5% dedicati al Biologico
  3. 56% di uliveti in Provincia di Salerno
  4. 18% a Benevento
  5. Caserta ha il 12% di campi coltivati ad Ulivi
  6. Avellino l’11%
  7. Infine troviamo Napoli con il 3%

ageaSecondo i dati dell’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura – Agea – 329 frantoi sono attivi e le tonnellate di Olio prodotte sono di 23.000 tonnellate su un anno quindi ciò che viene coinvolto in tale normativa è l’eccellenza di un prodotto oltre alla trasparenza che si deve ai consumatori, infatti le proteste non si sono fatte attendere. A Bari ad esempio gli agricoltori sono scesi in piazza al grido di: L’Ue non metta le mani nei piatti degli italiani! La qualità dell’olio è sacra ribadisce anche in questo contesto la Coldiretti che chiede l’obbligo di introduzione dell’etichetta dove venga indicata l’annata della raccolta. Le etichette devono essere chiare e tracciabili, per garantire la protezione dell’olio e della produzione agricola made in Italy, tra le richieste avanzate nella piazza anche quella relativa allo sbarramento delle importazioni dall’Africa al netto dei dazi. Lo slogan è giusto visto che tale materia è davvero sensibile sulle tavole degli italiani, secondo le associazioni di categoria l’Ue minaccia la qualità e l’integrità dei prodotti agricoli ma anche la sopravvivenza delle aziende, soprattutto nel Sud Italia che come abbiamo visto è tra i primi posti nella produzione dell’Oro Verde. Come prevedibile moltissimi sono stati gli agricoltori che hanno aderito alla protesta avviata e promossa dalla Coldiretti. La scena a Bari è stata davvero bella perché scendendo in piazza gli agricoltori lo hanno fatto a bordo dei loro trattori e portando le decorazioni che consistevano in striscioni anti Ue e anti normativa in questione, segnaliamo questa manifestazione perché è stata una delle più importanti per il comparto negli ultimi tempi.

Le caratteristiche dell’Olio Extravergine di Oliva sappiamo essere:

  • polifenoli
  • antiossidanti
  • vitamine

Che deperiscono superato un certo lasso di tempo e quindi depotenziano anche la loro azione per l’organismo, sappiamo che l’olio è una valida prevenzione per i tumori e quindi per rimanere tale deve preservare le sue caratteristiche originali, il termine in cui ciò avviene è quello di 18 mesi. La Coldiretti chiede quindi due cose. La prima è che venga mantenuto il termine minimo di conservazione. La seconda è un auspicio, quello relativo alla possibile introduzione dell’obbligo dell’indicazione in etichetta dell’annata della raccolta come abbiamo detto. Un altra notizia legata a questa particolare vicenda è quella relativa al via libera fornito dalla Ue rispetto all’importazione di 35.000 tonnellate di olio tunisino, questa scelta viene ovviamente bocciata da Coldiretti e definita sbagliata perché come dice anche Roberto Moncalvo non aiuta i produttori tunisini, danneggia quelli italiani e aumenta il rischio delle frodi a danno dei consumatori. Moncalvo prosegue: L’Italia è il primo importatore mondiale di olio di oliva e spesso, purtroppo, questo lo si mescola con quello nazionale per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri. Esistono accordi a dazio zero per altre realtà estere che vengono così favorite a danno della trasparenza e qualità basti pensare che ad esempio il Marocco impiega pesticidi pericolosi per la salute che sono vietati in Europa. Insomma una problematica davvero grande che ci porta a dover riflettere a largo spettro sulla politica agricola che sata facendo l’Europa che appare del tutto sballata.

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